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   FRANCESCO PETT1T SJIITIT.
   [CAP. II.]
   dell' Ammiragliato vollero vedere un esperimento fatto con un bastimento di non men di dugento tonnellate. Lo Smith non ne aveva i mezzi, ma, con la probabilità accresciuta della riuscita, i capitalisti lo sovvennero di danaro. Uno dei più solerti ed energici di essi fu il banchiere Enrico Currie; e, con l'aiuto d'altri, si formò la Compagnia del Propulsore navale, la quale procedette alla costruzione del bastimento di prova richiesto dall' Ammiragliato.
   U risultato fu VArchimede, nave in legno di du-gentrentasette tonnellate, disegnata dal signor Pasco, costruita dal signor Wimshurst nella primavera del 1S38, varata il 18 ottobre del medesimo anno, la quale fece il suo primo viaggio nel maggio del 1839. Era munita di un' elice di un giro collocata nel legno morto e spinta da un par di macchine di ottanta cavalli-vapore. La nave fu costruita colla persuasione che il suo corso sarebbe considerato soddisfacente se si ottenesse una velocità di quattro a cinque nodi all'ora, laddove la sua velocità effettiva era di nove nodi e mezzo. I Lordi dell' Ammiragliato furono invitati ad esaminarla. Alla seconda prova erano presenti sir Edoardo Parry, sir Guglielmo Symonds, il capitano Basii Hall ed altri cospicui personaggi. I risultati furono di bel nuovo soddisfacenti. La riuscita dell' Archimede riempì di stupore il ceto degli ingegneri ; ed anco il soprastante alla regia marina trovò che la nave potea essere governata ! I Lordi dell' Ammiragliato non potevano più chiuder gli occhi all' evidenza ; ina l'invenzione non potè essere immediatamente adottata ; bisognava fosse sottoposta alla prova dai migliori giudici. La nave fu inviata a Dover per esser messa a paragone coi migliori piroscafi fra Dover e Calais. Il signor Lloyd, ingegnere capo della regia marina, presiedè all' esperienza e fece un rapporto favorevole ; non pertanto scorsero parecchi anni prima che l'elice fosse introdotta nel servizio.