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Inventori e industriali

Samuele Smiles (versione di Gustavo Strafforello)
Barbera Editore Firenze, 1885, pagine 372

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   FINEA PETT.
   ,_OAP. 1.1
   Una delle circostanze che tanto molestarono il Pett in quel tempo fu la strenua opposizione degli altri costruttori a' suoi disegni della grossa nave. Non vi era mai stata una sì orribile innovazione, il modello era tutto sbagliato, le linee erano detestabili; l'uomo che aveva ideato tutto quel pasticcio era un pazzo, un ingannatore del Re, e la nave, supposto che la si facesse, < non era acconcia ad altro che a trasportar letame. > Codesto assalto al suo carattere professionale oppresse grandemente il suo spirito. Il Pett risolvette di esporre francamente il suo caso al Lord Grand' Ammiraglio. Egli narrò per iscritto e nella maniera più concisa tutto quello che avea fatto e le trame ordite contro di lui, scongiurando Sua Eccellenza per l'onor dello Stato e la riputazione del suo ufficio, a fare investigare a fondo l'intiera faccenda da < persone giudiziose ed imparziali. » Dopo una conferenza col Pett ed un abboccamento con Sua Maestà, il Lord Grand' Ammiraglio fu autorizzato dal Sovrano ad invitare i Conti di Worcester e di Suffolk a recarsi con lui a Woolwick per chiamare ad esame tutti gli accusatori del diseguo della gran nave fatto dal Pett, e riferir poi come stesser le cose. I nemici del Pett non eran frattanto rimasti con le mani in mano. Essi avevano ottenuto dal Conte di Northampton 1 licenza privata di esaminar 1' opera ; < il che fatto (dice il Pett) sul rapporto dell' insufficienza della medesima tornato fra le lor mani e confermato con giuramento, fu risoluto fra di loro eh' io dovessi essere mandato via e disonorato per sempre. >
   Ma i Lordi nominati dal Re s'intromisero allora fra il Pett ed i suoi avversari. Per prima cosa, esa-
   ' 11 Conte di Northampton, custode del sigillo privato, era anche lord custode dei Cinque Porti ; quindi la sua ingerenza nella faccenda. Pett dice ch'egli era «il suo più implacabile nemico. » È probabile che il Conte fosse geloso del Pett perch'eirli aveva ricevuto l'ordine di costruire la gran nave direttamente dal Re, senza l'intervento di Sua Signoria.