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Inventori e industriali

Samuele Smiles (versione di Gustavo Strafforello)
Barbera Editore Firenze, 1885, pagine 372

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [CAP. I.] I GRANDI UOMINI DI MARE DELL' INGHILTERRA. 13
   tori di quel tempo accoppiavano la freschezza della gioventù al vigore della virilità. Andavan fra tutti famosi lo Spenser, Shakespeare, sir Filippo Sidney, e Fletcher, Marlowe e Ben Jouson. Fra gli statisti d'Elisabetta primeggiavano ilBurleigh, Leicester, Wal-singham, Howard e sir Nicolò Bacone. Ma i maggiori di tutti erano, per avventura, i naviganti, i quali, secondo l'espressione di Clarendou, formavano per se soli una nazione ; e i loro capi — Drake, Frobisher, Ca-vendish, Hawkins, Howard, Raleigh, Davis, e altri molti illustri navigatori.
   Essi erano i rappresentanti del loro tempo, la creazione, in gran parte, dello spirito nazionale: erano il portato di lunghe generazioni di naviganti e di amanti del mare. Non avrebbero potuto esser grandi se non per la nazione che diede loro i natali, e trasfuse loro il suo valore e il suo spirito. I grandi navigatori, ad esempio, non avrebbero potuto originare in una nazione di meri agricoltori. Essi si misero semplicemente alla testa in un paese di cui le coste erano popolate di marinari. La loro grandezza non era che il risultato di un' eccellenza nella marineria che prevaleva ampiamente intorno a loro.
   Il secolo delle avventure marittime inglesi incominciò soltanto nel regno d'Elisabetta. L'Inghilterra non aveva allora colonie nè possedimenti stranieri di qualsiasi fatta. Il primo de' suoi vasti possessi coloniali fu fondato sotto quel regno. Navi, colonie e commercio, cominciò a divenire il motto nazionale — non che le colonie facciali le navi e il commercio, ma che le navi e il commercio facciano le colonie. Non pertanto in quali gusci di noce non salparono i nòstri primi navigatori!
   Quantunque Giovanni Caboto o Gabota, di Bristol, oriundo di Venezia, avesse scoperto il continente dell' America del Nord nel 1496, sotto il regno d'Enrico VII, non vi pose però alcuno stabilimento, e se ne