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Inventori e industriali

Samuele Smiles (versione di Gustavo Strafforello)
Barbera Editore Firenze, 1885, pagine 372

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [CAP.I.] COSTRUZIONE NAVALE IN INGHILTERRA. 9
   tore in legge a Boston).informò l'autore che questo detto è sempre proverbiale fra i marinari degli Stati Uniti.
   Le medesime fogge erano riprodotte nelle navi mercantili. La più parte di esse erano adattate alla difesa, a respinger gli assalti dei pirati che in quei tempi formicolavano nei mari intorno la costa. La costruzione navale nei cantieri privati era in una condizione miserabile. Il signor Willet, nella sua Memoria relativa alla marina, osserva : « Dicesi, e credo con verità, che in quel tempo (la metà del secolo decimosesto) non vi era mi costruttore privato fra il Ponte eli Londra e Gravesend, il quale potesse metter su una nave sul modello disegnato dall'ufficio di marina senza ricorrere ad un calderaio che viveva in Knave's Acre.1 »
   Un altro legno di qualche nota, costruito ad istanza d'Enrico Vili, fu la Maria Rosa della capacità di cinquecento tonnellate. Noi la troviamo nel bacino di Deptf'ord nal 1515. Sett' anni dopo, nell' anno trentesimo del regno d' Enrico, essa era in mare con cinque altri legni da guerra inglesi per proteggere il commercio, allora esistente, dalle depredazioni dei pirati francesi é scozzesi. La Maria Rosa fu inviata molti anni dopo (nel 1544) con la squadra inglese sulla costa di Francia, ma tornò col rimanente della squadra a Portsmouth senza prender parte ad alcuna battaglia. Mentre stava all' àncora non lungi dal luogo dove affondò poi il Real Giorgio, ed era in riparazione, 1' acqua entrò per le cannoniere o la nave andò improvvisamente al fondo.
   Che fare? Non v'erano ingegneri nè lavoranti inglesi che fossero capaci di trar su a galla la nave; laonde Enrico VIII invocò l'aiuto dei Veneziani, i quali inviarono Pietro de Andreas con marinai c carpen-
   1 Charnock, op. cit., II, 47 (note).