Il VAGABONDO DELLE STiSLLE
§255
— Questo avvenimento, non era predetto nelle antiche profezie?
— Sì, sì, nelle più antiche profezie, che ci annunziavano la venuta d'un Messia.
— Lasciate dunque che le profezie si compiano! — esclamai trionfante. -— (Chi sono io, per osare di ostacolarle? Quel che si deve compiere, si compirà. Io non devo nè posso oppormi alla volontà di Dio.
Ella ripetè:
— Voi non comprendete... Voi non comprendete...
Poi si gettò indietro, sfuggendo dalle mie braccia
avide, e ci tenemmo lontani uno dall'altra, in silenzio, ascoltando il tumulto esterno della strada ed i clamori forsennati che accompagnavano Gesù, che in quel momento stesso era trascinato al supplizio.
La sua voce si fece infinitamente carezzevole. I suoi occhi profondi si tuffavano nei miei. Ella si offriva, in una promessa immensa, talmente vasta e profonda, che nessuna parola umana potrebbe esprimerla.
— Mi amate? — domandò.
— Sì, vi amo! — risposi. — Vi amo infinitamente. Ma Roma è la mia nutrice. Se la tradissi, diventerei, per questo stesso, indegno del vostro amore.
Fuori, il clamore che seguiva Gesù s'era allontanato. Tutto era tornato silenzioso, in Gerusalemme come nel palazzo. Miriam mi voltò la schiena, senza una parola d'addio, e si diresse verso la porta, per andarsene.
Un'ondata di folli desiderii salì in me. Corsi dietro di lei e colle mie robuste braccia la strinsi, mentre si dibatteva. Le gridai che l'avrei messa sul mio cavallo, con me, per portarla lontano da questa città di pazzi. La strinsi quasi da schiacciarla.
Ella mi colpì al viso. Ma io non la lasciai, perchè