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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   254-4
   JACK LONDON
   tutti. Un po' prima o un po' dopo, che cosa importa?
   Ella era ancora tutta tremante fra le mie braccia, tutta fremente per la passione di salvarlo.
   — Voi non comprendete, Lodbrog! — gridò. — Egli non è un uomo come gli altri. E di là dagli altri. Fra gli uomini, è un Dio vivente!
   La strinsi più forte contro di me.
   — Dimenticatelo! — supplicai. — Voi siete donna ed io sono un uomo. Viviamo la nostra vita, senza occuparci del resto! Lasciamo da parte l'Al-di-là! Lasciamo che i pazzi inseguano i loro sogni. Per loro, i sogni contano più che il cibo e il vino, più delle canzoni gioconde e dell'ebbrezza delle battaglie, più dello stesso amore. Attraverso le tenebre della tomba, seguono i loro sogni fino nell'eternità. Lasciamoli fare! Ma noi, restiamo nella mutua dolcezza che abbiamo scoperto uno nell'altro. La notte della tomba, purtroppo, verrà ben presto! E allora partiremo, ognuno per nostro conto. Voi, verso il vostro Paradiso di sole e di fiori; io verso il Valhalla!
   Ella fece uno sforzo per svincolarsi.
   — Voi non comprendete! Non comprendete nulla! — disse con enfasi. — Non comprendete che quest'uomo è Dio, e che la morte infamante che lo attende è quella degli schiavi e dei ladroni! Egli non è nè l'uno nè l'altro. E immortale! E Dio!
   — Ebbene! — ripresi, — se è immortale, che cosa gl'importa di morire? La sua immortalità, nel tempo infinito, non sarà diminuita di un minuto secondo. Voi dite che egli è. Dio? Secondo tutto quel che m'hanno insegnato, un Dio non può morire.
   Ella si esaltava sempre più.
   — Oh! — gemette, — voi non volete comprendermi. Voi non siete che una gran massa di carne.
   Tentai di lottare ancora e, ricordandomi le lezioni sottili dei rabbini ebrei, chiesi :