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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   248-4
   JACK LONDON
   non aggravar maggiormente la situazione, ordinare ai miei uomini di far tacere tutta quella canaglia a piattonate.
   Nella folla, incontrai Miriam. Andava a piedi, seguita soltanto da una sua donna. Non era infatti, per lei, il momento dì mettere in mostra la sua posizione sociale, in mezzo ad una simile turbolenza. Aveva dunque delle vesti molto semplici, come una donna del popolo, ed il viso coperto. Tuttavia la riconobbi dalla nobiltà del suo portamento, dal suo modo di camminare, così elegante e diverso da quello delle altre donne.
   •Scambiammo rapidamente qualche parola, mentre un rimescolìo della folla la urtava e ci urtava tutti, io, i miei uomini ed i nostri cavalli.
   Miriam si riparò all'angolo d'una casa, dove riu scii a raggiungerla. Le chiesi :
   — Hanno già ottenuto la morte di quel pescatore?
   — Non ancora, — mi rispose. — Attualmente egli è fuori delle mura della città. È arrivato, cavalcando un asino, circondato dai suoi discepoli, e dei poveri illusi l'hanno salutato Re dei Giudei. E un grido sedizioso, per il quale Caifa e Hannan costringeranno Pilato ad agire. Se la condanna di quell'uomo non è ancora pronunziata, è però già scritta. E un uomo morto.
   In quel momento, una nuova ondata di --folla si abbattè su noi e ci separò. iCi trascinò, io ed i miei soldati, schiacciando quasi i nostri cavalli. Qualche pazzo cadeva a terra. Allora sentivo il mio cavallo, che lo calpestava, adombrarsi. L'ebreo urlava, ed un tumulto di minacce saliva verso di noi.
   Improvvisamente, uno di questi fanatici afferrò con una mano la briglia del mio cavallo e, coll'al-tra, agguantando la mia gamba, tentò di buttarmi giù. Colla mia larga mano, gli diedi un potente ceffone, che gli copri tutto il viso e gli fece abban-