Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (244/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (244/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   244-4
   JACK LONDON
   Non si vide mai una tale folla di agitati. Per loro, ogni cosa sotto il sole era pia o empia. I Proconsoli ed i Governatori inviati da Roma erano odiati. In tutto, nelle aquile romane, nelle statue, ed anche negli scudi votivi sospesi davanti all'abitazione di Pilato, vedevano un'offesa alle loro credenze.
   Il prelevamento del « censo » era considerato come la suprema abominazione; eppure il censo era la base dell'imposta romana. Ma gli Ebrei, che pretendevano di non pagar nulla allo Stato, dichiaravano che il censo era contrario alla legge divina, alla loro Legge. Oh, questa Legge! L'avevano sempre in bocca, la cucinavano in tutte le salse. C'erano gli zelatori incaricati in modo speciale di farla rispettare. Le loro mani erano spesso rosse di sangue. Ma, se Pilato fosse intervenuto per punirli, avrebbe provocato una sommossa, fatto scoppiare un'insurrezione.
   Tutto si compiva in nome di Dio. Tutte le dottrine si dimostravano con dei miracoli. Quando tornai a Gerusalemme, questa agitazione era al colmo. La folla correva a destra ed a sinistra, gridando, perorando, declamando. Gli uni annunziavano che la fine del mondo era prossima. Altri dichiaravano imminente soltanto la rovina del Tempio. I rivoluzionari proclamavano la fine della dominazione romana e il prossimo avvento d'un nuovo Regno di Giudea.
   Pilato, a sua volta, non mi sembrava meno inquieto ed irritato.
   — Se Roma, — mi diceva, — m'inviasse soltanto una mezza legione dei suoi buoni legionari, prenderei Gerusalemme alla gola, e la farei tacere!
   Fui alloggiato nel suo stesso Palazzo e, con mia viva soddisfazione, vi ritrovai Miriam. Ma la situazione politica era troppo tesa, troppo gravi preoccupazioni turbavano l'ora presente, perchè avessimo molto tempo da dedicare all'amore.