II. VAGABONDO DEI.I.E STELLE WA
a quanto si diceva, un antico legnaiuolo, che poi era diventato pescatore, e che i suoi compagni di pesca, abbandonando le loro reti, avevano seguito nella sua vita errabonda.
Alcuni lo consideravano come un autentico profeta, ma molti lo credevan pazzo. Quel cretino del mio valletto, che si vantava di conoscere a fondo il Talmud, rise ironicamente, quando passò Gesù, trattandolo da «Re dei Mendicanti », perchè, —mi spiegava, — secondo la dottrina che predicava il Galileo, il Cielo era riservato soltanto ai poveri, mentre i ricchi ed i potenti andrebbero ad ardere eternamente.
Notai che era nel costume del paese, quello di trattare facilmente da pazzo il proprio simile. Secondo il mio modo di vedere, pazzi lo erano un po' tutti. ,C'era come un'epidemia di profeti, che scacciavano i demoni con dei sistemi magici, guarivano gl'infermi coll'imposizione delle mani, assorbivano impunemente dei veleni ritenuti micidiali, e maneggiavano senza pericolo i più velenosi serpenti. Si ritiravano nel Deserto, per digiunarvi, e ne ritornavano poi per predicare qualche nuova dottrina, per radunare intorno la folla e fondare una sètta di più, che ben presto si divideva in quattro o cinque altre dissidenti, divise fra loro sopra dettagli d'interpretazione di quella dottrina.
— Per Odino! — dicevo spesso a Pilato. — Un po' del nostro gelo e della neve del Nord, farebbero meraviglie, per rinfrescar loro le idee. Il clima di cui godono è esageratamente clemente. Invece di abbattere degli alberi, 'per costruirsi dei tetti, e di dedicarsi alla caccia, essi costruiscono delle dottrine! Se riesco ad uscire, sano di spirito, da questo paese di pazzi, farò a pezzi il primo chiacchierone che verrà a parlarmi del mio destino dopo la morte.