Il, VAGABONDO DELLE STELLE
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La conversazione fra noi si prolungò fino a tarda notte, in presenza delle due donne. Pilato m'intrattenne sulla situazione politica del paese. Sembrava inquieto, e desideroso d'avere un confidente delle sue preoccupazioni, ed anche di chiedere un consiglio. Pilato era il tipo del Romano, inflessibile e calmo, capace di mantenere, con un pugno di ferro, l'autorità di Roma. Ma, quando lo si spingeva agli estremi, la sua calma abituale cedeva rapidamente il posto alla collera.
Ora, quella notte, egli era, visibilmente, molto preoccupato. L'atteggiamento degli Ebrei gli urtava i nervi. Questa gente era turbolenta ed impulsiva al massimo grado, ed inoltre sottilissima di spirito. I Romani trattavano le cose energicamente, mirando diritti allo scopo. Gli Ebrei, invece, piegavano la schiena e, quando attaccavano, lo facevano alle spalle, camminando di fianco per avvicinarsi. Da ciò, l'irritazione di Pilato contro di loro.
Essi intrigavano continuamente per diminuire la sua autorità e, per riflesso, quella di Roma, e non avevano che uno scopo : fare di lui, a proposito dei loro dissensi •religiosi, un capro espiatorio.
Roma, lo sapevo, non si occupava delle lotte religiose dei popoli conquistati. Ma gli Ebrei, per mille vie tortuose, riuscivano a dare un aspetto politico a degli avvenimenti completamente estranei alla politica.
Pilato si eccitò, a poco a poco, esponendo la situazione del momento, le perpetue sollevazioni e le sommosse fanatiche, che avvenivano per istigazione delle diverse sètte giudaiche.
— Lodbrog, — mi disse, — chi potrebbe affermare che questi torbidi provocati, che finora hanno l'apparenza d'una leggera nuvola in cielo, non ingrosseranno un giorno in una form bile tempesta, piena di tuoni, di clamori assord ;1 e di rumor»