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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XX.
   QUAND'ERO RAGNAR LODBROG.
   Il lettore -non ha certamente dimenticato quello che ho detto al principio di questo racconto. Quand'ero bambino, nella fattoria paterna del Minnesota, e mi mostravano delle fotografie dė Terrasan-ta, riconoscevo i luoghi che esse rappresentavano, e indicavo i cambiamenti che avevano subito.
   Si ricorderā pure che descrivendo la scena della guarigione dei lebbrosi, operata da Gesų, della quale ero stato testimone, avevo dichiarato, al missionario venuto da noi, che ero un colosso d'uomo, con una grande spada, montato a cavallo.
   Questo episodio della mia infanzia non era allora, nel mio cervello, ėshe una vaga luce avvolta di nubi. Il piccolo DarrelPStanding, venendo al mondo, non aveva completamente dimenticato il passato. Ma questi ricordi d'altri tempi e d'altri luoghi vac.illa.vano nella mia cosciexiza infantile, e la loro tenue luce non aveva tardato V scomparire. Per me, come per tutti i piccoli esserli le ombre della prigione del mio nuovo corpo si chiudevano sopra le Eiie esistenze anteriori.
   Ogni uomo ha, coinč me, un/ potente e lungo pas-