Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (218/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (218/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   218-4
   JACK LONDON
   di rivoluzioni di palazzo, erano passati, senza che la potenza di Chong-Mong-ju fosse stata scossa. Egli poteva avere allora ottant'anni. Quel mattino di primavera, sulla costa, fece un segno colla mano quasi paralizzata, affinchè la sua lettiga si fermasse ed egli potesse contemplare ancora coloro che, da tanto tempo, perseguitava.
   La signora Om mi mormorò all'orecchio:
   — Adesso, o mio GRe...
   Poi rapidamente, si voltò per implorare un'elemosina da Chong-Mong-ju, che fingeva di non riconoscere.
   Io non ignoravo quello che le passava nella mente. Questo pensiero non era stato, per entrambi, l'idea fissa, durante quarant'anni? L'ora del suo compimento era giunta.
   Allora, anch'io finsi di non riconoscere il mio nemico. Simulando una stupida senilità, strisciai nella polvere, come la signora Om, verso la lettiga, chiedendo lamentosamente la grazia di un'elemosina.
   I servitori di Chong-Mongju si preparavano a respingermi. La voce querula del padrone .li trattenne. Lo vidi sollevarsi sopra un gomito, trei»olante, mentre coli'altra mano allargava le cortine di seta della lettiga. Il suo volto incartapecorito s'illuminò d'un lampo giocondo, mentre ci • covava collo sguardo.
   La signora Om mormorò di nuovo, al mio orecchio, il suo canto lamentoso di mendicante :
   — Adesso, adesso, o mio Re!...
   Tutto il suo lungo ed imperituro amore, tutta la sua fede nella mia suprema impresa erano racchiuse nella sua voce.
   La collera rossa m'invase. Tentai invano di lottare e di dibattermi contro di essa; e, in questo combattimento, fuj colto da un tremito di tutto il mio essere.