IL VAV. '10JM.D0 DELLE STELLI
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Mong-ju. gli si presentò, portando una coppa di veleno. Yunsan lo pregò di attendere un momento.
Avete dei modi poco cortesi, — gli disse. — Non si disturba un uomo nel bel mezzo d'una partita a scacchi. Berrò appena avrò terminato.
Il messaggero attese; Yunsan finì e vinse la partita; poi vuotò la coppa.
Bisogna essere un Asiatico, per saper dosare il proprio livore ed assaporare la propria vendetta, con insistenza e regolarità, per tutta una vita. ,Così fece Chong-Mong-ju, colla signora Om e con me.
Egli non ci soppresse. Non ci fece nemmeno imprigionare. Ma, mentre la signora Om era dichiarata decaduta dal suo grado e spossessata di tutti i suoi beni, un decreto imperiale fu promulgato ed affisso in tutti i punti dell'impero coreano, per informare le popolazioni che io appartenevo alla Casa di Koryu, e per conseguenza' nessuno doveva uccidermi. Anche gli otto marinai sopravissuti, miei schiavi, non dovevano essere uccisi. Come me, e come la signora Om, sarebbero rimasti, per tutta la vita, dei mendicanti sulle strade maestre.
Così fu, per quarant'anni; perchè l'odio di Chong-Mong-ju era immortale, e la fatalità volle che .egli vivesse lunghi e felici giorni, mentre noi trascinavamo la nostra esistenza maledetta.
Ho già detto che la signora Om era una donna degna di ammirazione. Non devo stancarmi di ripeterlo, e ihi mancano le parole per esprimere tutta la venerazioni che sento per lei. Ho sentito dire, da qualcuno, che una grande signora aveva un giorno dichiarato al suo amante : « Una semplice tenda, e una crosta di pàne con te! » Ecco pure quel che mi disse la signora Om. Non lo disse soltanto; lo fece. ,Con questo, di più : che le croste di pane, molto spesso, erano rare, e che, per tenda, avevamo soltanto il oielo.