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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   202-4
   JACK LONDON
   guito, per andare a prender possesso di sette Provincie, dove cinquantamila uomini di truppa sotto le armi m'attendevano. Dappertutto dove passavo, distribuivo a mio beneplacito la vita, la morte e la tortura. Avevo con me un tesoro, con un guardiano per difenderlo, ed un reggimento di scrivani ai miei ordini, per dettar loro le mie volontà. Mi attendeva pure un migliaio di esattori delle imposte, incaricati di estorcere al popolo, in mio nome, gli ultimi quattrini.
   Le sette Provincie che m'erano state affidate, erano alla frontiera settentrionale della Corea. Al di là, si estendeva il paese che oggi chiamiamo Man-ciuria, e che era allora conosciuto sotto il nome di Paese degli Hongdas, o delle « Teste Rosse ».
   Erano degli audaci predoni a cavallo, che talvolta attraversavano lo Yalou, in masse compatte, per abbattersi come cavallette sul territorio coreano. Si diceva che praticassero il cannibalismo. Sta di fatto; come imparai per mia propria esperienza, che erano dei temibili combattenti, e che non era facile sbaragliarli.
   L'anno che seguì fu molto tormentoso. Mentre, a Keijo, Yunsan e la signora Om finivano col rovinare Chon-Mnng-ju, io mi feci, come governatore, un nome glorioso. Era sempre Hamel che, nell'ombra, mi spingeva e dirigeva. Ma, per tutti, io ero il cervello abile e sapiente che comandava ed agiva.
   In mio nome, Hamel insegnò alle mie truppe gli esercizi e la tattica europea, e le condusse a battersi contro le Teste Rosse. Fu una lotta magnifica, che durò un anno intero. Ma, alla fine dell'anno, la frontiera settentrionale della Corea era pacificata, e sulla riva coreana non si trovava più una Testa Rossa, eccetto i morti lasciati dal nemico.
   Non so se questa invasione delle Teste Rosse è raccontata nelle storie d'Occidente. Ignoro pure se