Il, VAGABONDO DELLE STELLE
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sfilare interminabili processioni di sacerdoti che protestavano.
Yunsan tenne duro come uno scoglio. L'altra metà del clero aveva abbracciato la sua causa e gli restava fedele, come pure tutte le grandi città dell'impero, quali Keijo, Fusan, Song-do, Pyen-Yang, 'Chenampo e Chemulpi. Yunsan e la signora Om investirono l'imperatore. Com'essa mi confessò in seguito, fece pressione sopra di lui, colle sue crisi di nervi e le sue lagrime, e lo minacciò d'uno scandalo pubblico, che avrebbe scosso le basi del Trono. Yunsan finì col vincere quello spirito debole, lanciando quel compassionevole monarca in nuove orgie, preparate a questo scopo.
Così arrivò un giorno in cui Yunsan, a guisa di avvertimento, con un impercettibile strizzare dei suoi occhi austeri, diventati improvvisamente più canzonatori e più umani di quanto li avessi mai creduti capaci, mi dichiarò:
— Bisogna che vi lasciate crescere i capelli, per il nodo del matrimonio.
Siccome non è nell'ordine naturale delle cose, che una Principessa di sangue imperiale sposi un marinaio, anche quando questo si afferma, con prove visibili e palpabili, discendente dai Principi di Koryu, fu promulgato dall'Imperatore un decreto, dichiarante che tale era la mia autentica ascendenza. Al tempo stesso, essendo stati revocati e decapitati i Governatori ribelli di cinque Provincie, fui nominato, io stesso, Governatore unico di queste cinque Provincie. E, siccome bisognava completare il numero sette, che in Corea è considerato un numero magico, due altri governatori furono pure revocati, per farmi posto.
Signore! un povero marinaio!... Eccomi dunque inviato sulle grandi strade della Corea, con una scorta di cinquecento soldati, ed un numeroso se-