198-4
JACK LONDON
deliziose che passavo in compagnia della signora Om. Inoltre, restavo sveglio una parte della notte, per volere di Hamel, occupandomi ad imparare da Kim i mille dettagli dell'etichetta, le maniere della Corte, lo storia della 'Corea e della sua religione, tutte le raffinatezze del linguaggio, fino alla lìngua volgare dei « coolies ». Mai un povero marinaio dovette tanto faticare...
Ero, in realtà, una marionetta nelle mani del Gran sacerdote Yunsan, che si serviva di me per i suoi segreti disegni. Egli muoveva i fili, senza che io comprendessi niente in questo affare. Colla signora Om, invece, ero un uomo, come aveva detto, e non una marionetta. Tuttavia, quando ritorno col pensiero a quei tempi, ho dei dubbi su questo punto. iCredo che, pur cercando di soddisfare con me la sua passione, essa mi guidasse secondo la sua volontà. Con tutto ciò, in un punto almeno, ci comprendevamo. Il reciproco desiderio che avevamo uno dell'altro, era così ardente, così impetuoso, che nessuna volontà, nemmeno quella di Yunsan, poteva opporvisi.
L'intrigo di palazzo, che io indovinavo vagamente, ma di cui non potevo afferrare esattamente la trama, era diretto contro Chong-Mong-Ju, cugino e pretendente della signora Om. C'erano tanti di quei fili, che io mi perdevo in questo labirinto. Tuttavia, non me ne preoccupavo molto.
Mi contentavo di riferire ad Hamel, mio consigliere, tutti i dettagli interessanti che scoprivo. Ed egli, seduto, colle sopracciglia corrugate, durante le interminabili ore di notte, si affannava a ordinare e sbrogliare (quando non l'imbrogliava di più) questa tela di ragno. Nella sua qualità di schiavo fidato, insisteva per accompagnarmi da)> pertutto, e veder tutto egli stesso. Ma spesso Yunsan si opponeva alla sua presenza e, da parte mia,