Il, VAGABONDO DELLE STELLE
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di' lezioni per sapermi comportare con una donna. Hamel aveva potuto essere comproprietario del vecchio «Sparviero»; possedeva, lo ammetto, delle cognizioni astronomiche, attinte ai libri destinati ai navigatori, superiori alle mie. Ma, in materia di donne, non aveva e non poteva avere sopra di me nessuna autorità.
Egli sorrise, a denti stretti, e mi chiese:
— Ami realmente la signora Om?
— Che io l'ami o no, poco importa! — risposi.
Fissò sopra di me le perle nere delle sue acute
pupille, e ripetè:
— L'ami veramente?
— Eh! eh!... abbastanza... — risposi.
—• Allora, cerca di conquistarla. E, per mezzo suo, un giorno potremo ottenere un battello, grazie al quale fuggiremo da questa terra maledetta. Darei metà della seta di tutte le Indie, per poter rifare un buon pasto da cristiano.
Ricominciò a fissarmi, come per indovinare il mio pensiero.
— Credi, — mi chiese, — di poter riuscire, con lei?
Questa domanda stravagante mi fece dare un balzo. Egli sorrise, con aria soddisfatta.
— Perfettamente! Perfettamente! — riprese. — Ma non precipitar troppo le cose. Le conquiste troppo rapide non valgon nulla. Fatti valere. Fatti desiderare. Non prodigare le tue gentilezze. Metti a prezzo il tuo collo turino e i tuoi capelli d'oro. La tua forza sta in questi, fortunato mortale! Faranno per te, più che i cervelli riuniti di tùttii sapienti dell'universo.
I giorni che seguirono furono, per me, tali da stordire. Tutto il mio tempo era diviso fra le mie udienze coli'Imperatore, le mie bevute con Tai-wun, i miei colloqui col Gran sacerdote, e le ore