il vagabondo delle stélle
195
era uno sciocco, ed aveva l'ambizione, con questo matrimonio, d'impadronirsi effettivamente del potere detenuto dal Gran sacerdote.
Così Yunsan, che non voleva cedergli il posto, era egli stesso candidato segreto alla mano della signora Om e faceva tutto il possibile per allontanarla da suo cugino, e tagliar le ali a quest'ultimo. S'intende che io non scoprii subito questo intrigo. L'indovinai in parte, per certe confidenze della signora Om, e la sagacia di Hamel indovinò il resto.
La signora Om era una perla rara. Donne del suo valore, ne nascono appena due per ogni secolo, nell'universo intero. Ella non si curava delle regole e delle convenzioni sociali. La religione, come la praticava, era una serie d'astrazioni spirituali, in parte imparate nelle lezioni di Yunsan, in parte tratte dalla sua coscienza. Quanto alla religione comune, quella che s'insegnava al popolo, affermava che era una invenzione destinata a mantenere sotto il giogo migliaia d'uomini, che faticavano per gli altri.
La signora Om aveva uria forte volontà ed un cuore femminile. Era bella, d'una bellezza universale, e non solamente asiatica. I suoi grandi occhi neri non erano disposti a sghembo. Erano soltanto molto lunghi, ed il battito delle' palpebre che li chiudevano, serviva a dar loro un fàscino speciale.
Ero inebriato della situazione in cui' mi trovavo. Principessa e marinaio! Che delizioso sogno! E mi torturavo il cervello, per non passare da sci
spingere a fondo il mio romanzo. Giocavo c co, e n'ero incantato.
Così cominciai col ripetere la storia confusa che avevo narrato in presenza di tutta la iCorte, cioè ch'ero Coreano di nascita e appartenevo all'antica schiatta di Koryu.
Ella m'interruppe, dandomi sulle labbra dei col-pettini col suo ventaglio di piume di fagiano