VL 'VAGABONDO DELLE STELLI!
177
suo seguito e si diressero con lui verso il villaggio. Questi soldati erano armati di lance, il cui ferro, lungo e piatto come quello di un'ascia, tagliente come lama di coltello, aveva tre punte. Alcuni di loro erano muniti d'un fucile a miccia, che risaliva alle epoche eroiche. Aveva dimensioni tali che era necessario un uomo per pollarlo, ed un altro r r portare il treppiede sul quale si appoggiava, quando si voleva utilizzarlo. L'arma, com'ebbi poi a constatare, qualche volta funzionava, e qualche volta no. La riuscita dipendeva dal saper ben regolare la miccia e dallo stato della polvere.
Così aveva l'abitudine di viaggiare Kwan-Yung-Jin.
I dirigenti del villaggio tremavano di paura davanti a lui, e senza dubbio non avevano torto. Io mi avanzai, come interprete, a nome dei miei compagni, e balbettai le poche parole di coreano che conoscevo.
Kwan-Yung-Jin assunse un aspetto severo e mi fece segno di allontanarmi. Obbedii senza diffidenza. Perchè avrei dovuto temerlo? Ero grande come lui; e, quanto al peso, lo superavo. Ero bello, la mia pelle era bianca ed i miei capelli erano dorati.
Egli mi voltò la schiena e andò verso il capo del villaggio, mentre i sei servitori vestiti di seta fermavano fra lui e noi un cordone difensivo. Mentre parlava a quell'uomo, parecchi soldati s'avanzarono, portando sulle loro spalle delle assicelle spesse un pollice, lunghe circa sei piedi, su due di larghezza, e che erano curiosamente tagliate nel senso della lunghezza. Verso una delle loro estremità c'era un foro rotondo, d'un diametro inferiore a quello della testa d'un uomo.
Kwan-Yung-Jin diede un ordine. Due soldati, muniti d'una di quelle tavole, si avvicinarono a Tromp,
Il vagabondo delle sielle.