160-4
JACK LONDON
Qui, nella prigione di Folsom, c'è un condannato a vita, chiamato Matteo Davies, che appartiene alla generazione dei più vecchi prigionieri e che serve da aiutante nelle esecuzioni capitali.
Questo vecchio, ha vissuto nelle pianure dove fu ucciso il giovane Jesse Fancher. Ho potuto controllare, per mezzo suo, gli avvenimenti che ho raccontato. Nel tempo in cui egli era bambino, si parlava spesso, nella sua famiglia, del grande massacro delle « Praterie delle montagne ». Si diceva che soltanto i bambini che erano nei carri furono risparmiati, ritenendo che fossero troppo giovani per ricordarsi e potere un giorno parlare.
Registro fedelmente le dichiarazioni di quest'uomo, e affermo che mai, nella mia esistenza di Dar-rell Standing, ne avevo prima letto una sola riga, o inteso una sola parola che si riferisse alla carovana del capitano Fancher, che perì nelle « Praterie delle Montagne ».
Tuttavia, questi fatti, nella camicia di forza della prigione di San Quintino, mi sono tornati alla memoria. E evidente che non ho potuto trarli dal nulla, più di quanto non abbia potuto creare la dinamite che si pretendeva da me.
Se dunque ho avuto conoscenza di questi avvenimenti, la sola spiegazione plausibile si è che essi avevano sussistito nella mia anima immortale, che, contrariamente alla materia, non puu perire.
Devo pur dichiarare, terminando questo capitolo, che Matteo Davies m'ha anche riferito questo. Qualche anno dopo il massacro, la cui notizia era trapelata, Lee fu arrestato dalla polizia del governo degli Stati Uniti, condannato a morte, e condotto, per esser giustiziato, nel punto stesso in cui la nostra carovana s'era accampata.