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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   regola con Dio. Portare delle capigliature di nemici alla cintola, è una vanità pagana.
   Rimase ancora un momento vicino a me, poi voltò bruscamente le spalle, per raggiungere gli altri uomini della carovana. Voltò ancora la testa, e mi gridò :
   — Andiamo; arrivederci, Jesse! Arrivederci!
   Mi chiedevo il perchè di questo addio cerimonioso, quando un bianco entrò, sul suo cavallo, nel nostro cerchio. Diceva che il maggiore Higbee l'aveva inviato verso di noi, per l'accomandare di affrettarci, visto che gli Indiani potevano, da un momento all'altro, ricominciare il loro attacco.
   La nostra carovana si mise in moto, carica di tutti i pacchi che poteva portare. Abbandonavamo dietro di noi tutti i nostri grandi carri, per seguire i due che erano stati portati da Lee. Donne e ragazzi li seguivano da vicino. Quando fummo a duecento metri in avanti, i nostri uomini, a loro volta, si misero in marcia.
   A destra ed a sinistra, stava la milizia dei Mormoni. Appoggiati sui loro fucili, i soldati, formavano una duplice riga, distanti uno dall'altro circa sei piedi. Mentre sfilavamo davanti a loro, non potei impedirmi di notare la cupa gravità impressa nei loro volti. Erano lugubri come dei beccamorti. Le donne la osservarono pure, e alcune si misero a piangere.
   Io camminavo dietro mia madre, che fingeva di non vedere le capigliature che portavo attaccate alla cintola. Dietro di me venivano le tre sorelle Dem-dike, due delle quali sostenevano la vecchia madre. Intesi, davanti a noi, Lee che gridava continuamente ai due uomini che conducevano i carri, di non camminare così forte. Un altro uomo, che una delle sorelle Demdike affermò essere il maggiore Higbee, si teneva in sella sul suo cavallo, die-