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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il, VAGABONDO DELLE STELLE
   157
   Mio padre parve irrigidirsi contro una simile proposta e si preparava a rifiutare. Scambiò un'occhiata con Labano, che gli rispose, a bassa voce :
   — Nelle nostre mani non ci saranno più utili che sui carri, dal momento che non abbiamo più munizioni.
   Due dei nostri feriti, che non potevano camminare, furono fatti salire in uno dei carri condotti da Lee, ognuno dei quali aveva un uomo per guidarlo. Con loro vi furono messi i bambini piccoli. Lee sembrava scegliergli secondo che avessero più o meno di otto anni. Jed ed io, avevamo nove anni, ed inoltre eravamo piuttosto grandi per la nostra età. Così Lee ci mise nel gruppo dei grandi, dicendo che dovevamo camminare a piedi, colle donne.
   Quando prese il nostro Piccolino dalle braccia di mia madre e lo mise sul carro, dapprima essa protestò. Poi la vidi che si mordeva le labbra, e lasciò fare. Era una donna di mezza età, dagli occhi grigi e dai lineamenti severi, forte d'ossatura; e che, un tempo, era piuttosto grassa. Ma il lungo viaggio e le privazioni subito avevano lasciato la loro traccia. Le sue guance s'erano incavate, era dimagrita, e come tutte le altre donne della carovana, il suo viso aveva assunto un'espressione pensosa e dolorosa.
   Lee indicò poi quale doveva essere l'ordine di marcia. Disse che le donne, ed i ragazzi che camminerebbero con loro, andrebbero per primi, in fila, dietro i carri. Poi verrebbero gli uomini, ad uno ad uno.
   Sentendo queste parole, Labano venne verso di me, staccò le famose capigliature, cke gli pendevano alla cintola, e me le attaccò intorno alla vita.
   Protestai :
   — Ma non sei ancora morto, Labano!
   — Non importa! — rispose. — Mi sono messo in