JACK LONDON
gna bene che qualcuno le erediti. Perchè non potrei essere io?
— Perchè no? Perchè no?... E giusto. Ti voglio bene, Jesse, e voglio bene a tuo padre. Siamo intesi. Nel momento stesso della mia morte, le capigliature diventeranno di tua proprietà. Ed anche il coltello per scotennare. Timoteo Grant, qui presente, è testimone. Hai inteso, Timoteo?
Timoteo, sdraiato nella trincea, rispose che aveva sentito, ed io rimasi come sbalordito per l'immensità della buona fortuna, per la felicità, senza poter trovare una parola di ringraziamento per Labano.
L'attacco previsto ebbe luogo al tramonto, e migliaia di fucilate furono tirate contro l'accampamento. Nessuno dei nostri, ben riparato, fu colpito. Da parte nostra, non tirammo più d'una trentina di colpi, ed io vidi che Labano e Timoteo Grant avevano ciascuno colpito un Indiano. .
Frattanto Labano mi confidò che, dal principio dell'assedio, soltanto gli Indiani avevano sparato. Non un solo bianco aveva tirato. Era una cosa certa e molto sorprendente. Perchè agivano così? Non ci recavano nessun soccorso, ma nemmeno ci attaccavano. E tuttavia, erano in continua comunicazione cogli Indiani che ci attaccavano. Cos'era questo inquietante mistero?
Al mattino del qnarto giorno, la sete ricominciò a tormentarci crudelmente. Una pesante rugiada era caduta durante la notte. Uomini e donne, per rinfrescarsi, la leccavano, sui timoni dei carri, sui freni e sui cerchi delle ruote.
Circolava la voce che Labano fosse tornato di pattuglia prima dell'alba; che, da solo, si fosse arrampicato fino all'accampamento dei bianchi; che questi erano già alzati, e che egli li aveva visti, alisi luce dei fuochi dei loro bivacchi, che pregavano