JACK LONDON
   Profittando dell'occasione che s'offriva di sfogare la mia ira, senza timore del manrovescio, esclamai, con convinzione :
   — No! Non ho affatto paura di quei cani di Mormoni!
   Vidi, alla mia risposta, un tristo sorriso sfiorare le labbra strette d'i mio padre. Egli riprese:
   — In questo caso, Jesse, vuoi andare alla sorgente, con Jed, a prender dell'acqua?
   Accettai, esultante.
   — Vi vestiremo tutt'e due da bambine. Può darsi che allora non vi tirino-contro.
   Protestai ed insistei che potevo bene andare cosi eome mi trovavo, coi miei calzoni, come un uomo, un vero uomo. Mio padre dichiarò che, se rifiutassi d'obbedire, troverebbe un altro ragazzo per accompagnare Jed. Allora io cedetti.
   Fu tolto, dal carro dei Chattox, un baule, che conteneva i vestiti da festa delle loro due gemelle, che erano press'a poco della stessa statura mia e di Jed. Alcune donne vennero ad aiutarci a vestire. Quei drappi non erano più usciti dal baule dopo la nostra partenza dall'Arkansas.
   Nella sua angoscia, mia madre lasciò il piccino a Sara Dunlap e venne ad accompagnarci fino alla trincea, sotto i carri. Là, dietro il piccolo riparo di sabbia, ricevetti, insieme a Jed, le sue ultime istruzioni. Poi uscimmo, strisciando, e ci trovammo allo scoperto.
   Avevamo entrambi lo stesso vestito : calze bianche, gonnelle bianche, con una grande cintola azzurra, e cappelli bianchi da estate. La mano destra di Jed e la mia sinistra si stringevano fortemente. Nelle nostre due mani libere, portavamo ciascuno due piccoli secchielli.
   — Non abbiate frettai — ei gridò mio padre, mentre cominciavamo ad avanzare. — Andate pianò! Camminate come delle bambine.