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JACK LONDON
e sua zia Marta piangevano silenziosamente. L'attacco si sferrò proprio in questo momento.
Centinaia di fucili sparavano e lanciavano i loro proiettili. Il nemico formava un semicerchio, dall'est all'ovest, e ci crivellava di piombo. Tutti noi, nella grande fossa, ci sdraiammo ventre a terra. 1 bambini si misero ad urlare. Alcune donne, da principio, urlarono pure.
Le fucilate piovevano sopra di noi senza interruzione. Io avevo un gran desiderio di trascinarmi fino alla trincea, sotto i carri, dove i nostri uomini, impavidi, sostenevano un fuoco tambureggiante. Ma, indovinando le mie intenzioni, mia madre mi fece immediatamente sdraiare, vicino al fratellino.
Guardavo, colla coda dell'occhio, Silas Dunlap. Egli agonizzava ancora, quando il bambino dei Castleton fu ucciso. La piccola Dorotea Castleton, che aveva soltanto dieci anni, teneva il piccino fra le braccia. Essa non fu colpita. Intesi che si diceva, intorno a lei, che la palla era rimbalzata sul tetto d'un carro; e, ricadendo di là nella grande fossa, aveva disgraziatamente colpito il bambino. Si trattava di un semplice caso, e, salvo accidenti di questo genere, a quanto si affermava, noi eravamo al sicuro.
Tornai a guardare Silas Dunlap. Non si muoveva più. Io non avevo mai visto nessuno nel momento preciso della morte, e sarei stato curioso di assistere a questo spettacolo...
La piccola Dorotea Castleton ebbe una crisi di nervi. Essa gridò e urlò con una tale insistenza, che produsse una crisi simile nella signora Has-tings. Sentendo questi clamori, mio padre inviò verso di noi Watt Cuming, che arrivò strisciando e chiese cosa fosse successo; poi tornò al posto di prima.
La notte era già profonda, quando il fuoco degli