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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il, VAGABONDO DELLE STELLE
   143
   dini superiori. Nell'attesa, 1 bianchi e gli Indiani discutevano, senza nulla tentare. Quello che è certo, almeno, si è che i nostri nemici non risparmiano le loro bestie.
   In capo a mezz'ora, non notandosi ancora nessun movimento, Labano partì in avanscoperta, sotto la scorta della bandiera bianca che aveva già servito t, Jed ed a me. Ma non s'era ancora allontanato venti passi, che gli Indiani aprivano il fuoco contro di lui, e lo costringevano a tornare indietro.
   Mentre il sole stava per scomparire all'orizzonte, io mi trovavo nella grande fossa, a custodire il fratellino, e mia madre stendeva delle coperte a terra, per preparare un letto. Tutta la carovana, era letteralmente stivata, tanto che la notte precedente nessuno aveva trovato posto per distendersi. Parecchie donne avevano dovuto dormir sedute, colla testa piegata sui ginocchi.
   Proprio vicino a me, scuotendomi il braccio, o dandomi ogni tanto un colpetto sulla spalla, c'era Silas Dinlap, moribondo. Era stato colpito alla te-ita, al primo attacco; e, per tutta la giornata, ave-:,a delirato, divagando e cantando. Continuava a fi-rchiettare, in modo da produrre a mia madre una risi di nervi:
   Il primo diavoletto, al secondo diceva:
   Dammi un po' di tabacco della tua tabacchiera!
   Ed il secondo al primo : Risparmia rispondeva,
   I tuoi soldi, fratello, ed avrai sempre piena
   Di tabacco la tua capace tabacchiera!
   Ero seduto vicino a Silas Dunlap e tenevo sulle mie ginocchia il fratellino, quando l'attacco si scatenò. Il sole tramontava, ed io fissavo attentamente Silas Dunlap, che stava morendo. La mano di sua moglie, Sara, era posata sulla sua fronte. Ella