Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (142/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (142/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   142-4 JACK LONDON
   spugli, per una gran distanza, e non tornammo all'accampamento che dopo due ore. Se uno di noi due fosse stato solo, avrebbe impiegato quattro volte meno di tempo. Ma una mutua emulazione eccitava il nostro zelo ed il nostro coraggio.
   Tuttavia la nostra temerità non fu senza profitto. Pur camminando colla nostra bandiera bianca, scoprimmo che il nostro accampamento era assediato da tutte le parti. A mezzo miglio a sud, scorgemmo un grande accampamento d'Indiani. Potevamo vedere, sopra una vicina prateria, i giovani eserć tarsi a correre sui loro cavalli. Gli Indiani che ci avevano attaccato, erano sempre sulla loro bassa collina, ad est.
   Contornando la loro posizione, riuscimmo a scalare, senza esser visti, un'altra collina che la dominava. Jed ed io, passammo mezz'ora per tentar di contarli. Concludemmo, approssimativamente, che dovevano essere almeno duecento. Constatammo pure che fra loro c'erano dei bianchi, e che la discussione era molto animata.
   Non basta. Verso nord-est, ad una distanza minima, c'era un accampamento di bianchi, dissimulato da una piega del terreno. In vicinanza, cinquanta o sessanta cavalli da sella brucavano l'erba. Un poco più verso nord, si avanzava un gruppo di cavalieri, che camminavano rapidi, puntando verso il campo dei bianchi.
   Quando fummo di ritorno all'accampamento, la prima cosa che ricevetti fu uno schiaffo di mia madre, per punirmi d'essere stato tanto tempo fuori. Mio padre, invece, ci loḍ molto, led ed io, quand'ebbe inteso il nostro rapporto.
   — Faremmo bene, capitano, — disse a mio padre Aronne Cochrane, — a prepararci fin d'ora ad un attacco. Il cavaliere scorto dai ragazzi era senza dubbio un messaggero, che portava degli or-