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JACK LONDON
— Ecco la spiegazione! — disse sottovoce Labano a mio padre, mostrando con la mano il gruppo. — Sono loro, che hanno spinto gli Indiani contro di noi.
Durante questo colloquio, udii alla mia sinistra Abby Foxwell che diceva a mia madre:
— Sono dei bianchi come noi... Perchè non vengono in nostro soccorso?
Io mi drizzai; e, sfidando Io schiaffo che sapevo essermi destinato da mia madre, esclamai:
— Non sono dei bianchi! Sono dei Mormoni!
La giornata trascorse senz'altri incidenti.
Quando fu notte oscura, tre dei nostri giovani lasciarono l'accampamento. Li vidi partire. Erano Guglielmo Aden, Abele Miliiken e Timoteo Grant.
— Li ho mandati a Cedar City per chieder soccorso, — disse mio padre a mia madre, mentre mangiava frettolosamente un boccone.
Mia madre crollò il capo.
— I Mormoni, — essa disse, — non mancano, intorno all'accampamento. Essi non ci recano nessun aiuto, nessun segno d'amicizia. Quelli di Cedar City faranno lo stesso.
Mio padre osservò :
— ,Ci sono dei buoni e dei cattivi Mormoni...
— Fino ad oggi, — interruppe mia madre, — di buoni non ne abbiamo ancora trovatiI
L'indomani mattina, non sentii più parlare dei nostri tre messaggeri. Ma non tardai a conoscere quello ch'era successo. Tutto l'accampamento ne era rimasto atterrito.
I tre uomini avevano appena percorso qualche miglio, quando furono circondati e sfidati dai bianchi. Guglielmo Aden alzò la voce e dichiarò che appartenevano alla carovana Fancher, e che andavano a Cedar City per chieder soccorso. Fu subito abbattuto da una fucilata. Miliiken e Grant