Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (124/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (124/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   124
   — Senza dubbio. Passerà le prossime ventiquat-tr'ore come quelle già trascorse. Vi dico che ha il cervello completamente atrofizzato. Se non sapessi che è impossibile, direi che ha preso qualche stupefacente.
   Il direttore rispose, in tono faceto :
   — La droga che adopera, la conoscol È la sua volontà. Scommetterei, se avesse deciso di volerlo, che camminerebbe a piedi nudi sopra delle pietre scal date all'incandescenza, come fanno i sacerdoti dei Canachi, nei mari del sud.
   — Se la ride di noi, — dichiarò, con un giudizio più ponderato, il dottore Jackson.
   — Eppure rifiuta completamente il cibo, — osservò il capitano Jamie.
   Il dottore Jackson crollò le spalle.
   — Bahl Potrebbe, se volesse, digiunare quaranta giorni, senza provar nessun male.
   Approvai il dottore:
   — Sì, quaranta giorni e quaranta notti! Vogliate, vi prego, stringere ancora un poco la mia camìciuo-la, ed uscire poi subito di qui.
   L'uomo di fiducia tentò d'insinuare il suo drto fra i lacci.
   — Anche se si tirasse con un àrgano, — affermò, — non si potrebbe stringere di più.
   — Hai qualche reclamo da fare, Standing? — domandò il direttore Atherton.
   Gli risposi:
   — Sì.
   — Quale?
   — Prima di tutto, mi lamento che la camicia di forza sia troppo larga. Hutchins è un vero somaro. Potrebbe guadagnare ancora un pollice intero, se volesse.
   — E che cos'hai d'altro da dire?
   — Che siete tutti figli del diavolo!