Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (122/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (122/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   1 fB
   JACK LONDON
   Marno dirigerci prima là. Ci riposeremo e daremo da mangiare alle nostre bestie, prima di affrontare il deserto. Forse troveremo anche un po' di selvaggina. Alla peggio, cammineremo poi, come abbiam latto t'inora, per quanto ci sarà possibile. JPoi, se oc-sorre, abbandoneremo i nostri carri e, dopo aver caricato sulle nostre bestie tutto quel che contengono, faremo a piedi le ultime tappa. Lungo la strada, se è necessario, potremo mangiare le nostre bestie. E sempre meglio arrivale in (California senza uno straccio addosso, che lasciar qui la nostra carcassa. E questo sarebbe il destino che ci spetta, se scateniamo una battaglia.
   Mio padre replicò, a parecchie riprese, le sue esortazioni di evitare ogni violenza di parole e di atti, e l'improvvisato comizio si disperse.
   Quella notte, tardai più del solito ad addormentarmi. La mia rabbia contro il Mormone aveva a tal punto eccitato il mio cervello, che questo mi ribolliva ancora, quando, dopo un'ultima ronda, mio padre si arrampicò a sua volta sul carro.
   I miei genitori mi credevano addormentato. Ma non lo ero, e intesi mia madre che chiedeva a mio padre se credeva che i Mormoni ci avrebbero permesso di lasciare in pace il loro territorio. Le rispose, levandosi gli stivali, che aveva piena fiducia, e che certo i Mormoni ci lascerebbero partire in pace se nessuno della carovana li avesse provocati.
   Si voltò e, alla luce d'una piccola candela di sego, scorsi il suo viso, la cui espressione smentiva le sue parole rassicuranti.
   Con questa penosa impressione, finalmente mi addormentai, oppresso dal pensiero del pericolo sospeso sulle nostre teste, sognando di Brigham Young che, nella mia fantasia infantile, assumeva delle proporzioni colossali e somigliava ad un vero diavolo, spaventoso e cattivo, con delle corna ed una coda. --------