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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [L VAGABONDO DELI.E STELLE
   119
   sua mano che tentava chiudermi la bocca, e girando intorno al fuoco, esclamai, pur singhiozzando :
   — Vi caccerò del piombo in corpo, a colpi di fucile, dannato Mormone!
   Lo straniero non parve menomamente preoccupato della mia collera e dei miei gridi. Mentre io non lo lasciavo collo sguardo, pronto a respingere un attacco violento e terribile da parte sua, egli mi esaminava, silenzioso, colla più profonda gravità.
   Si decise infine a parlare, in tono solenne e crollando il capo, come un giudice in tribunale :
   — Tali padri, tali figli! Le generazioni nuove non valgono meglio delle antiche. Tutta la razza è degenerata e dannata! Per essa non c'è redenzione possibile, non c'è espiazione sufficente. Il sangue stesso di Cristo non riuscirebbe a lavare le sue iniquità.
   Quanto a me, non potei che gridare fra i singhiozzi :
   — Dannato Mormone! Dannato Mormone! Dannato Mormone!
   E continuai a maledire l'intruso, saltando intorno al fuoco, davanti alla mano minacciosa di mia madre, finché egli si allontanò a gran passi.
   Quando mio padre tornò con quelli che l'avevano accompagnato, il lavoro dell'accampamento era finito. Tutti si strinsero, ansiosi, intorno a lui.
   Egli crollò il capo, con un'aria che non presagiva niente di buono.
   Uno degli uomini alzò la voce. Aveva una trentina d'anni. Era un gigante, dai baffi biondi e dagli occhi azzurri, e s'era aperto la strada in mezzo alla folla.
   — Essi affermano — dichiarò, — di avere della farina e delle provviste per tre anni. Fino ad oggi avevano sempre venduto agli emigranti. Adesso si rifiutano. Non solo a noi personalmente, ma come