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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1 fB JACK LONDON
   In questo momento, uno dei nostri, che s'era spìnto in avanguardia., tornò verso di noi, sul suo cavallo. Era un vecchio con una camicia in pelle di daino ed una lunga capigliatura intrecciata, riarsa dal sole.
   Parlò a mio padre, che diede il segnale della fermata, ed i carri di testa cominciarono a stendersi in circolo. Il terreno piano era propizio, ed i quaranta carri, abituati a questa manovra, l'effettuarono regolarmente. Quando si fermarono, formavano un circolo completo.
   Allora tutto diventò, almeno in apparenza, confusione e tumulto. Dai carri, un nugolo di bambini si precipitarono a terra e, dietro loro, le donne, che avevano tutte, come mia madre, il viso impolverato e stanco. I ragazzi dovevano essere una cinquantina, o più, le donne una quarantina, ed esse si misero ad occuparsi dei preparativi per la cena.
   Una parte degli uomini tagliavano, a colpi d'ascia, dei cespugli di salvia, che noialtri ragazzi portavamo ai fuochi che s'accendevano. Altri toglievano il giogo ai buoi, che correvano subito verso le pozze d'acqua. Dopo di che, tutti gli uomini, divisi in parecchi gruppi, spinsero i carri, affinchè formassero un cerchio perfetto.
   Il davanti di tutti i veicoli era rivolto verso l'interno del circolo, ed ognuno di essi era in solido e stretto contatto col suo vicino di destra e di sinistra. I robusti freni furono strettì solidamente, e per maggior precauzione, tutte le ruote furono legate tra loro con delle catene.
   Questo maneggio non era nuovo per noialtri ragazzi. Sapevamo che si ripeteva ogni volta che ci si trovava in paese ostile. Un solo carro, lasciato al 3Uo posto fuori del cerchio, riservava una porta d'entrata e d'uscita. La sera, prima che l'accampamento si addormentasse, come spesso avevamo vi-