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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XII.
   LA CAROVANA VERSO L'OVEST.
   La prima sensazione che provai, fu quella d'un nugolo di polvere. La polvere, acre e secca, mi empiva le nari. Essa copriva le mie labbra, il mio viso, le mie mani, e ne sentivo la presenza pił netta sulla punta delle dita, dalla quale la facevo cadere col pollice.
   Mi resi poi conto d'un movimento incessante che si svolgeva intorno a me. Tutto oscillava, in larghe ondate. Vi erano degli urti e delle spinte, e, senza essere stupito, intesi stridere dei perni, gemere delle ruote sulla sabbia o rotolare con fracasso sopra dei ciottoli. Al tempo stesso, mi giungevano delle voci d'uomini stanchi, che imprecavano dietro delle bestie, dal passo lento e tardo.
   Apersi gli occhi, che avevo chiuso per difendermi dalla polvere; ma tornarono ad irritarsi. Le coperture grossolane su cui -ero sdraiato eran coperte da un denso strato di quella polvere. Essa passava attraverso la stoffa ed i buchi della tela sopra la mia testa, e formava una miriade d'atomi luminosi che scendevano, danzando, nei raggi del sole.
   Ero un ragazzo, da otto a nove anni, e mi sentivo affranto, come la donna dal viso impolverato e li-