[L VAGABONDO DELI.E STELLE
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sa avventura che, finalmente, mi scoprirebbe tutti gli aspetti del Cosmo celeste ed illuminerebbe per me il mistero supremo dell'universo. Tenevo in mano una lunga bacchetta di cristallo, ed avevo la chiara nozione interiore che doveva toccare ogni stella quando le passavo davanti. E non meno netta era in me la certezza che, se avessi mancato di toccarne una, sarei precipitato subito nell'abisso senza fondo dei castighi tremendi e delle pene eterne.
A lungo, camminai cosi fra le stelle. Quando dieo a lungo, non dovete perder di vista l'enorme estensione che subiva il tempo nel mio cervello. Mi parve che, per dei secoli, errassi nello spazio, coll'oe-chio vigile e la mia bacchetta in mano, colla quale toccavo, senza mancarne uno, tutti gli astri che incontravo sul mio cammino.
La via celeste diventava sempre più splendente. E vedevo sempre più avvicinarsi la mèta inebriante dell'infinita sapienza. La mia personalità individuale non s'era cancellata.
Non ignoravo che ero io, Darrell Standing, che camminavo fra le stelle, con una bacchetta di cristallo in mano. Mi rendevo pure conto che vivevo in pieno irreale, che il mio sogno non era che un'orgia della mia immaginazione, simile alle stravaganti fantasie che certe droghe stupefacenti procurano a coloro che ne fanno uso.
Ad un tratto, mentre tutto procedeva bene ed allegramente per me, l'estremità della mia bacchetta sbagliò, nel tentar di toccare una stella. Compresi subito che era vicina la catastrofe. Sentii risuonare un colpo imperioso come quello del ferreo piede del destino, la cui eco si ripercosse in tutto l'universo stellare. Quel colpo era diretto a me...
Allora tutto il sistema astrale esplose e, vacillando sulla base, precipitò il fiamme. Provai una sof-