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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [L VAGABONDO DELI.E STELLE
   101
   — Potreste stringere fino a domani, che il risultato sopra di lui sarebbe lo stesso. 0 è invulnerabile, o dovrebbe esser già morto da tempo.
   Il direttore Atherton si chinò verso di me. Dopo molti sforzi, riuscì ad inserire ii suo indice fra la tela e la mia schiena.
   Aggrottò le sopracciglia, puntò a sua volta il piede sul mio corpo e tirò, con tutte le sue forze, il laccio. Ma non potè stringere nemmeno un millimetro di più.
   — Hutchins, — disse, — vi faccio le mie congratulazioni! Ve ne intendete magnificamente. E adesso voltatelo, che possiamo vedere il suo grugno.
   Mi voltarono sulla schiena.
   Fissai gli occhi sul cerchio dei miei torturatori. Pensavo che se mi avessero stretto così la prima volta in cui mi misero la camicia di forza, sarei morto in dieci minuti. Ma ormai ero allenato. Avevo dietro di me migliaia d'ore di quel supplizio. Poi avevo fede nel sistema Morrell.
   Beffardo, il direttore Atherton, sogghignò :
   — Ridi un po', adesso, razza di dannato! Via, ridi un po'! E comincia col sorridere, se puoi...
   I miei polmoni schiacciati anelavano verso un po' d'aria. Il mio cuore minacciava di scoppiare. Il mio cervello vacillava. E tuttavia un sorriso all'indirizzo del direttore Atherton si disegnò sulle mie labbra.