[L VAGABONDO DELI.E STELLE
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Non dimenticherò mai, nè in questa vita, nè in quelle che seguiranno, l'addio di Filadelfo Red, quando lo liberarono, quel mattino, insieme a me, dopo settantaquattr'ore di camicia di forza.
Mentre mi spingevano, tutto barcollante, nei corridoi, egli mi gridò :
— Ebbene; vedi, fratello, che non sei morto, e che ti muovi ancorai
— Silenzio, Red--grugnì il sergente.
— Dimentica questo brutto quarto d'ora! — riprese Red.
Il sergente si arrabbiò, e minacciò :
— Red, ti metto a posto io!
— Davvero? — ribattè Red, con dolcezza.
Poi, improvvisamente, la sua voce si fece rauca e selvaggia:
— Sei un buono a niente, un abbrutito! Da te sole, nella vita, saresti stato incapace di guadagnarti un pane, e meno ancora di ottenere il posto che occupi qui. E tuo padre, che t'ha spinto. E tutti sanno con quali sporchi sistemi tuo padre è riuscito a tarsi una posizione!
La scena era grandiosa. L'uomo torturato si elevava al disopra del suo carnefice e sfidava i colpi a cui si esponeva.
Poi, rivolgendosi a me :
— Arrivederci, fratello! — disse Red. — Arrivederci, e sta bravo, d'ora in poi. Vogli bene al nostro direttore... Se hai occasione d'incontrarlo, non mancare di raccontargli che m'hai visto, e che, in camicia di forza, non sono mutato...
Il sergente era livido dalla rabbia, e fece pagare a me, con degli spintoni e -dei calci, i sarcasmi di Red.