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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL VAGABONDO DELLE STFI.LE
   59
   — Il ragazzo, in chiesa o da qualche altra parte, ha sentito parlare del miracolo della guarigione dei lebbrosi... Quanti erano presenti, di questi vagabondi ammalati?
   All'età di cinque anni, sapevo contare fino a cento. Fissai il pensiero sul gruppo che rievocavo, e risposi :
   — Sono dieci. Smaniano, agitando le braccia, e gridano, ed urlano contro degli altri uomini che li circondano e li guardano.
   — E a questi uomini, non si avvicinano?
   Crollai il capo.
   — No, stanno in disparte, come se qualcosa di ré-pugnante, che è in loro, proibisse di avvicinarsi.
   — Continua, continua, ragazzo... — riprese il missionario. — E tutto qui? lE quello che si trova in faccia a loro, che cosa fa?
   — Si è fermato davanti a loro. E tutti si sono fermati, come lui. I giovani caprai si sono avvicinati per vedere. Tutti guardano.
   — Eppoi?
   — Niente altro. I malati se ne tornano à casa. Non gesticolano più, non urlano più. Non sembrano più ammalati. Io mi drizzo sul mio cavallo, e guardo come gli altri.
   I miei tre ascoltatori scoppiarono in una risata.
   Allora m'arrabbiai ed esclamai, con forza:
   — Sì, sono sui mio cavallo, sono un uomo, ed ho al fianco una grossa spada.
   — Si tratta evidentemente, — spiegò il missionario, — dei dieci lebbrosi che Cristo incontrò sulla via di Gerusalemme, e che guarì. Il ragazzo avrà visto questa scena celebre riprodotta in qualche lanterna magica. Ricordatevi...
   Ma mio padre e mia madre non ricordavano affatto che io avessi visto qualche lanterna magica.
   — Mettetelo alla prova una quarta volta, — suggerì mio padre.