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JACK LONDON
trebberò risvegliarsi, essi pure, e quelle altre vite, già vissute, risuscitare agli occhi nostri?
'Che cosa si può fare, per questo? ,Con la nostra sola volontà, o coli'aiuto dell'ipnotismo, sdoppiare il nostro essere cosciente, esteriorizzarci completamente dalla nostra vita attuale? Allora le porte ben chiuse del nostro cervello si spalancherebbero, ed il passato risorgerebbe improvvisamente al sole. Tali erano i pensieri che mi occupavano senza tregua, nella mia cella.
Ma lasciatemi prima raccontare una strana ed autentica avventura.
Ero laggiù, nel Minnesota, nella vecchia fattoria in cui son nato. Avevo allora quasi sei anni. Un giorno, venne un missionario per la Cina, che era da poco di ritorno agli Stati Uniti, e che il Consiglio direttivo delle Missioni inviava nelle fattorie, per una questua. Gli fu offerta l'ospitalità per la notte.
Dopo cena, mentre eravamo tutti riuniti in cucina, e mentre mia madre si preparava a spogliarmi per mettermi a letto, il missionario levò di tasca delle fotografie di Terrasanta, che ci mostrò.
Ad un tratto, — da molto tempo l'avrei dimenti-sato, se non avessi inteso mille volte, più tardi, mio padre raccontare il fatto agli ascoltatori sbalorditi, — ad un tratto, vedendo una di quelle fotografie, gettai un grido. Dopo di che, la guardai, prima con ardore, poi con aria scontenta.
Alla prima impressione (cosi risposi quando fui interrogato), m'era sembrata completamente nota, tanto nota come se avesse rappresentato la fattoria paterna. Poi m'era parsa completamente estranea.
Tuttavia, essendomi rimesso a guardarla, la primitiva impressione, d'un luogo da me ben conosciuto, mi ritornò, e riprese il sopravvento nel mio cervello di fanciullo.