il vagabondo dèlie stelli»
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che m'era impossibile prevedere, è incostituzionale. Ed ogni uomo di buon senso sarà certo del mio parere.
Ma quale effetto può avere questo argomento stillo spirito dei sedicenti uomini di legge, che pretendono, in realtà, di sbarazzarsi ad ogni costo del ben noto e rispettabile professore d'agronomia Dar-rell Standing? Riconosco lealmente, del resto, che c'è un precedente alla mia esecuzione. Un anno fa, come sanno tutti quelli che leggono i giornali, è stato impiccato Giacomo Oppenheimer, in questa stessa prigione di Folsom, e per un delitto proprio uguale. La sola differenza tra il suo caso ed il mio, si è che egli non aveva fatto sanguinare col suo pugno il naso d'un guardiano. No. Ma, col suo coltello per il pane, e senza farlo apposta, aveva un po' tagliuzzato la pelle ad un altro guardiano.
La nostra esistenza quaggiù, i rapporti degli uomini fra loro, il groviglio inestricabile delle leggi... mio Dio! com'è bizzarro, tutto ciò! Scrivo queste righe nella stessa cella che occupava, nel reparto degli assassini, Oppenheimer. L'han fatto uscire di qui per impiccarlo, come faranno con me.
Come se voi poteste, mucchio di idioti, banda di briganti, strangolare la mia anima immortale, colla vostra corda e la vostra forca! A dispetto di tutti, io calpesterò ancora, e più di una volta, questa bella terra. E vi camminerò, in carne ed ossa, volta a volta, come per il passato, principe o contadino, uomo sapiente o stupido; talvolta sul gradino più alto della scala sociale, talvolta stritolato dalla ruota del destino.