Stai consultando: 'Il Vagabondo delle Stelle ', Jack London

   

Pagina (39/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (39/312)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   IL VAGABONDO DELLE STFI.LE
   39
   In conclusione, stavolta fui ricondotto non più nelle celle comuni, ma nel reparto della segregazione cellulare. Mi chiusero nella cella numero 1. Il numero 5 era occupato da Edoardo Morrell. Il numero 15 da Giacomo Oppenheimer. Questi c'era da dieci anni; Morrell da un anno soltanto. Doveva scontare una pena di cinquant'anni, mentre Oppenheimer era condannato a vita, come me.
   Sembrava dunque, a prima vista, che avessimo dovuto alloggiare a lungo in quei covi. Eppure, sono passati appena sei anni, e nessuno di noi si trova più là. Oppenheimer è stato impiccato; Morrei, per la sua buona condotta, è diventato uomo di fiducia nella prigione di San Quintino, e poi è stato graziato. Io sono qui, a Folsom, aspettando che il giorno fissato dal giudice Morgan sia il mio ultimo giorno.
   Quando, dopo sei anni di segregazione, fui tolto dalla prigione di San Quintino, per essere trasferito qui, per esservi giudicato, come vi dirò, rividi Skysail. Lo rividi... Dico così per modo di dire. Perchè, dopo sei anni di tenebre, io chiudevo gli occhi al sole, come un pipistrello. Mentre me ne andavo, lo incontrai, nel cortile della prigione, e lo riconobbi, pur attraverso una specie di nebbia. Quel che intravidi bastò a straziarmi il cuore. I suoi capelli erano diventati bianchi ed egli era precocemente invecchiato. Il suo petto era, incavato, le guance smunte e la mano gli tremava per la paralisi. Camminando, vacillava.
   Mi riconobbe anch'egli, ed i suoi occhi, nel vedermi, si appannarono di lagrime.
   Io ero un altrettanto pietoso rottame dell'uomo che egli aveva conosciuto. II mio peso era sceso a poco più di una trentina di chili. I miei capelli, brizzolati, come i baffi e la barba, erano irsuti, non essendo mai stati tagliati. Barcollavo come lui, a