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Il Vagabondo delle Stelle

Jack London
Bietti Milano, 1946, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL VASABONDO DELIE STELLE '
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   goglio perchè non ti trovi nel caso mio, che io non ti faccio questa domanda mille anni prima della venuta di Cristo, nè mille anni dopo, nelle tenebre idei medioevo, ma nell'anno in cui siamo: 1913. Tu : sei, non ne dubito, un buon cristiano, eppure quei ' cani impiccatori dei tuoi carnefici mi avvolgeranno la testa e il viso nel cappuccio fatale... Perchè? SI, perchè?
   — Perchè bisogna aver riguardo alla sensibilità di quei cani. Perchè non bisogna che vedano, operando per ordine tuo, la mia faccia contorcersi in uno spasimo orribile. Perchè allora, non oserebbero forse più un'altra volta. Ecco tuttol
   Torniamo a quel che successe nelle celle, quando i quaranta pretesi cospiratori furono venuti a raggiungermi e la porta, esterna del corridoio fu rinchiusa, sbattendo.
   I quaranta percossi, molto delusi per la loro mancata evasione, si precipitarono alle inferriate dei finestrini e, da una cella all'altra,, cominciarono a parlarsi e a farsi tra loro un mucchio di domande. Era, nella sonorità del corridoio, un clamore indescrivibile.
   Ma bentosto risuonò un ruggito taurino. Era la voce del vecchio marinaio Skysail Jack, una specie di gigante, che dominava il tumulto. Egli comandò il silenzio, mentre si accingeva a fare l'appello di tutti i presenti. E, uno dopo l'altro, i quaranta gridarono i loro nomi. Allora sapemmo reciprocamente chi eravamo, cioè degli uomini sicuri, dei quali nessuno era capace di vendersi, per fare la spia.
   Io ero il solo sul quale si avesse qualche sospetto. Mi fecero subire un interrogatorio in piena regola. Raccontai che, il mattino stesso, ero uscito dalla mia cella, e che, senza causa apparente, mi ci avevano ricondotto, poco prima di loro. Altro non sa-