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chi incantatori senza provare una dolce sensazione; temo anche il fuoco dei vostri sguardi.
« A dispetto della virtù d'Iride e del suo orgoglio, vedo tutte le mattine delle grazie di cui non gode ancora l'occhio di Damone. Io solo conosco i tesori celesti che nascondono le sue vesti... Quanto son fiero d'un tal favore!
« Ma, ahimè! sono condannato a tacere su questi tesori secreti, che occhio volgare non deve profanare; e se paleso la mia felicità rompo i legami d'una sacra confidenza, espongo Damone a morir d'invidia, egli che sperò un giorno esser così felice quanto lo sono io ».
La bocca d'Iride.
« M'accorgo che la vostra modestia vorrebbe impormi silenzio; ma, Iride cara, non vi presentate davanti uno specchio, oppure tollerate che vi avverta fedelmente di tutte le vostre grazie. Non posso astenermi di parlare della vostra graziosa bocca; voi non fate che aprirla, ed io scopro i più bei denti del mondo. Si possono forse immaginare labbra più vermiglie? E quella fossicina, che il vostro sorriso mi fa scorgere, l'ammiro troppo per esser in grado di descriverne la bellezza.
« Gloriatevene, Iride, di quell'incanto seduttore che fa tante conquiste; il riso e l'amore insieme si confondono.
« Le grazie che stanno sulle vostre labbra trattengono ogni parola che ne fugge, e dalla vostra bocca divina sortono tutti i tesori dello spirito che brilla nei vostri occhi ».