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Il Segretario Galante
Raccolta di lettere d'amore; lettere d'augurio

Editore Barion, 1926, pagine 191

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   L'amante. Temo ancora che la mia presenza non vi cagioni dei dispiaceri, poiché se il vostro adoratore volesse parlarvi, io sicuramente sarei la causa ch'egli non osa avvicinarvi; e per questo, se volete, m'allontanerò; ma pria di partire, permettetemi, vi prego, che vi dica addio in favor del vostro amante, e ciò mi obbligherà infinitamente, poiché credo che il vostro amore ed il vostro desiderio, pretendano ad un altro amore, cento volte migliore del mio.
   La ragazza. Ah! siete molto ironico per parlare così di me! Sapete benissimo che sono una povera e semplice fanciulla, la quale non ha meriti perchè un giovane le si avvicini onde offrirle la sua amicizia.
   L'amante. Perdonatemi, perchè ora riconosco tante grazie ed onore in voi, che mi stimerei felicissimo solamente di essere il servitore del vostro amante. Obbligatemi dunque, se vi piace, dicendomi pria che mi separi da voi, chi è colui al quale pretendete, poiché se non avete alcuno in vista, come l'assicurate, e che io sia degno dei vostri meriti, prenderò l'ardire di avvicinarmi ancor più a voi, ed amarvi come un servo fedele.
   La ragazza. Voi parlate bene, ma il mio spirito e la mia lingua non sanno rispondervi; una fanciulla quale sono io, non merita di essere la vostra innamorata, nè avere in voi un servitore: al contrario mi stimerei felice di essere io la vostra serva. Per questo, se quanto dite è per ridere e burlarvi di me vi prego di ritirarvi e di cercare un'altra ragazza che vi serva di passatempo.
   L'amante. Che! mi credereste sì impudente e si cattivo da voler burlarmi di colei alla quale il mio