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Il Segretario Galante
Raccolta di lettere d'amore; lettere d'augurio

Editore Barion, 1926, pagine 191

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 130 — •
   possedere sì facilmente il dono di farsi amare più di te. Queste parole nella bocca di una persona del tuo sesso, mi recano tanto piacere quanto mi recano angustia nella bocca di una del mio. Sono in collera con uno dei miei più cari amici, per avere osato dirmi che esso ti trovava perfettamente bella, e benché io non lo avessi condotto in casa tua che al solo fine che potesse ammirarti, m'accorsi ch'egli prendeva tanto piacere a mantener la parola, che appena fui lontano dalla tua presenza, provocai secolui un alterco, affinchè non vi tornasse mai più.
   Io sono sì inquieto pel timore che alcuno m'involi l'inestimabile possesso del tuo cuore, che ho l'atto persino il giuramento di non rivelare ad alcuno che io l'abbia. In una parola, adorabile creatura, non v'ha sguardo che gli occhi miei vedano rivolto a te che non mi faccia tremare da capo a piedi.
   Tu mi hai replicato cento volte che mi saresti fedele fino all'estremo respiro della tua vita e tutte le volte che avesti la compiacenza di ripetermelo, non ne ho mai dubitato, come non dubito di me stesso che non ti possa amare. Eppure ho tanta paura che tu mi sfugga, che condussi domenica passata un individuo da te, per vedere dalla tua fisonomia se tu saresti stata costante.
   Perdona, mia bella, questa diffidenza alla debolezza che proviene dall'immensità del mio amore. Rifletti che tanta passione non può andare mai disgiunta da qualche sospetto di gelosia. E tu uon saresti forse diffidente del pari, se io avessi le qualità necessarie per infonderti quella immensa quantità di amore che da te io appresi?