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Il Segretario Galante
Raccolta di lettere d'amore; lettere d'augurio

Editore Barion, 1926, pagine 191

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 114 —
   lettera che ho teste ricevuta? Se voi non foste uscito di casa vostra, avreste dovuto comprendere ieri sera che la campagna, per quanto possa essere piacevole, non era tale, per me se non ci venivate voi. Cattivo! cattivo!
   Tutte le compiacenze che ti ho usate avrebbero dovuto insegnarti che, nutrendo altrettanto amore, io non ho quasi meno impazienza, e che la domenica non vien tanto sovente quanto bramerei. Questo è un giorno che mi è divenuto sì caro, dopo che fu destinato dover essere quello in cui mi è permesso di liberamente vederti, ch'esso non è sì tosto passato che ne desidero il ritorno; e quando non siamo ancora che ai lunedì, io lo traveggo sì da lontano che mi sembra un secolo.
   Frattanto tocca ora a me ad infliggerti la medesima pena che tu m'imponevi: tu devi, tosto che avrai ricevuta la mia lettera, domandarmi perdono di avermi fatta l'ingiustizia di credere che io ti obliavo, e dirne tua colpa; pentirti in seguito di avere concepita un'idea sì cattiva del bene immenso che ti voglio, fermamente promettermi di non far più giudizi sì temerari. Io sono, ecc.
   Di una Bella al suo Amante, il quale era naturalmente inclinato alla gelosia. Essa lo ammonisce per questo suo difetto, prevenendolo che non vuol più soffrirlo.
   Amico ingiusto,
   [ vostri interessi sono stati sempre da me riguardati con troppa cura per abbandonarvi alla propria vostra condotta, onde debbo avvertirvi che i continui vostri lamenti e le vostre disposizioni alla