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   Una Bella al suo Amante sulla sua malattia, brevità delle sue Lettere; lagnanze della medesima perchè il suo Amante non è geloso di essa...
   Mio Essere adorato!
   Io vorrei che foste ammalato leggermente, come dite, per scrivermi lunghe lettere, ma che non lo siate tanto da essere costretto a inviarmi solo quattro linee per volta. Vi ha forse il vostro incomodo tolto i desideri ed i timori? Non dovete voi aver paura di perdere un cuore che non vive che per piacervi, che non respira che per voi? Se non m'inganno, parrai che da un poco in qua siate divenuto un po' freddo, e che abbiate poca disposizione a divenire geloso. Spiacemi, ve l'assicuro, di non sembrar degna delle cure e delle sollecitudini che si sogliono avere per una Amica, la quale si temerebbe che potesse probabilmente divenir infedele. Non è già che io sia tanto ingenua da pretendere che la gelosia di un amante venga dall'aver cattiva opinione della sua Bella : ma intendo che essa abbia a procedere dalla violenza della sua passione, e se voi restate ancora in una tranquilla sicurezza della mia fedeltà, vi farò, vedere che un cuore mancante di ardore e di delicatezza non è assolutamente degno del mio, il quale deve essere e sarà considerato come un tesoro di cui si deve sempre temer la perdita. In fine siate geloso, se mi volete far vedere interamente che mi amate o se volete che io non cessi di amarvi, come vi amo, giacché io trovo dell'indifferenza nella vostra tranquillità e la più manifesta gelosia non mi sembra un male sì pericoloso. Voi dovete dunque essere