- 41 -
za timore d'ingannarmi. Ma sono io certo di ciò? E come posso dubitare della tua tenerezza? L'eccesso della mia non è forse per me garanzia immancabile delia tua? Come potrei, senza delirio, sospettarti o crudele o menzognera con chi ti rese arbitra del suo proprio cuore? Ah! perdona, mio angelo, un trasporto d'amore a chi t'adora. Troppo ingiusto io sono, e troppo riconosco che tu mi ami. Esultino pure, a loro perfido talento i persecutori della nostra felicità; essi vedranno in fine come lo stesso nostro amore confonda miseramente i loro progetti, i quali non avranno altra efficacia che di viepiù vincolare i nostri cuori : tale è il destino delle cose vietate e combattute, giacche sai essere proverbio antico che la privazione genera i desideri, proverbio ben esperimentato da noi due, e da tutti quelli che solcano il sentiero dell'amore. Ma non perdiamo per questo il nostro naturale coraggio, giacché non v'ha che la fermezza nostra che possa formare il loro supplizio, nella guisa medesima che dovrà essa condurre noi nel grembo della più solida e della più deliziosa di quelle felicità che un essere mortale possa giammai provare sopra la terra.
Risentimenti di un Amante alla sua Bella per un fondato sospetto sul di lei amore, dopo la lontananza d'un semestre.
Amabile Signora. . . .
E sarà vero che abbiate potuto stare quasi un intero semestre assente dagli occhi miei, dopo che mi avete carpito il cuore, e con tante lusinghe e promesse m'avete attirato con artifizio ne' vostri