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Il Segretario Galante
Raccolta di lettere d'amore; lettere d'augurio

Editore Barion, 1926, pagine 191

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 19 — •
   Quant'eri bella, quant'eri bella Col crin corvino sparso in anella, Col fior leggiadro sulle tue chiome, Ignuda il braccio, candido come La candidissima sottil tua veste,
   Angiol celeste!
   E quegli occhi! Vedete voi Occhi più belli degli occhi suoi? Siccome il raggio d'un sol che brilla Balena il lampo di tua pupilla, Sotto il tuo sguardo palpita il core,
   Angiol d'amore!
   Oh quello sguardo languido, ardente, Fedele immagine d'un cor che sente, Che sotto l'arco del ciglio nero Palesa i voli del tuo pensiero, Oh quello sguardo tei diede Iddio,
   Angiolo mio!
   Iddio tei diede, cara fanciulla, Perchè d'amore fosse la culla, Perchè dovesse l'uom che ti vede Innamorato cadérti al piede, Perchè t'alzasse sull'arpa un canto,
   Angiolo santo!
   ... e termino correndo a cullarmi nei miei dolci sogni, sognando te, il nostro incontro, il tuo soave rossore, le nostre parole tronche, esitanti, ma pure ardenti! Le mie non le rammento più, ma le tue... oh le tue son qui scritte nel mio cuore a caratteri indelebili, rifulgono, le riodo. Come mi tornano a risuonare dolci, soavi, divine!...
   Depongo per ora sulla tua bianca manina un