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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   del capitano Luigi Capoduro| nizzardo| di un sergente e tre soldati del 3° reggimento fanteria| i quali| sperando di indurre Ninco-Nanco alla presentazione unitamente alla sua banda| si avviarono soli nel bosco di Lagopesole. Questi sei intrepidi e generosi non ritornarono più| e| dopo qualche giorno| se ne rinvennero i cadaveri| trafitti e mutilati in una maniera orrida e selvaggia. Al capitano Capoduro si era tagliato il capo| che si trovò messo a distanza su di un macigno con un sasso fra i denti| e sul petto si era incisa la croce di Savoia. Il cadavere del Polusella aveva le mani recise. Oggi tutti insieme sono sepolti nel cimitero di Atella13.
   Ciò nonostante| dopo sì orrido delitto| si continuarono le pratiche per la presentazione dei briganti| promettendo salva la vita. Già il generale Della Chiesa| fin dal 3 agosto 1861| aveva pubblicato un editto per simile offerta| e noi ne abbiamo parlato del risultato. Nel 1863 si ripresero con maggior zelo e premura le pratiche dal generale Fontana| dal capitano Borgognini di fanteria| e dal capitano Corona della guardia nazionale di Rionero. I primi accordi si fecero in una casa di campagna nelle vicinanze di Rionero| ove liberamente si presentarono Crocco| Caruso| Tortora| Ninco-Nanco ed altri| e banchettarono in casa del capitano Corona| ove erano il generale Fontana| il sotto-prefetto ed altre autorità. I briganti però non si presentarono tutti| e| fidando sulla parola del bandito| il generale e gli altri rimandarono Crocco e compagni| per far persuadere da costoro tutti i briganti alla presentazione. Ma Crocco non ritornò più| come non ritornarono i compagni| ed ogni tentativo fallì.
   E qui credo opportuno riportare tutto il dettaglio di questa presentazione| narrata minutamente dal Bourelly nel suo libro di sopra citato a pagina 186-187.
   «Il capitano Corona della guardia nazionale di Rionero faceva perquisire alcune case di sospetti| e fra questi| quella di certo Michele Gallucci-Zerra| il quale| la mattina seguente| andò a muoverne lagnanza a detto capitano Corona. Un'idea subitanea balenò alla mente del capitano. Era uscita da pochi giorni la legge Pica| la quale diminuiva di tanti gradi la pena a chi si consegnava entro il mese. Il Corona pensò che| per mezzo del Gallucci| avrebbe potuto parlare al capo brigante Crocco| e forse
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