so numero di soldati di cui disponeva| pure non volle ascoltare i consigli| e si avviò alla masseria. Ma| mentre il drappello dei granatieri era alle falde della collina| comparvero i briganti e lo circondarono. Il Flumiani| messosi in quadrato| comandò il fuoco| ma fu vana ogni resistenza| perché il numero di quelle iene era dieci volte maggiore. 11 primo a cadere fu il sottotenente| e dopo lui ne caddero altri sette| mentre il resto del distaccamento si sforzò raggiungere le mura del paese.
I caduti furono:
1° Flumiani Niccolò di Udine| sottotenente; 2° Grassi Stefano di Castelnuovo Scrivia; 3° Araldi Giovanni di Soralora; 4° Criepino Giovanni di Frattamaggiore; 5° Gazzotti Giovanni di Medolla; 6° D'Agostino Giuseppe di Livorno; 7° Crivelli Angelo di Lodi; 8° Accania Gaetano di Trobia.
E gli ufficiali del 4° granatieri collocarono nella chiesa parrocchiale di Rocchetta S. Antonio una lapide con la seguente iscrizione:
QUI SCRIVONO 1 NOMI DEI LORO COMMILITONI
CADUTI A XXVIII SETTEMBRE MDCCCLXIII NEL TERRITORIO DI ROCCHETTA S. ANTONIO
DOPO OSTINATA RESISTENZA SOTTO IL TRADIMENTO DI ARMI SCELLERATE GLI UFFICIALI DEL IV REGGIMENTO GRANATIERI
NON TANTO A MEMORIA DEL DOVERE FORTEMENTE COMPITO QUANTO AD ESEMPIO DI COLORO CHE FURONO DIFESI COL PREZZO DEL SANGUE A NON LASCIARE CONTAMINARE QUESTO SEPOLCRO DAI RINNOVATI VITUPERO DEL BRIGANTAGGIO12.
E se tanto succedeva in provincia di Avellino| nel Melfese continuavano le medesime disgrazie| come del pari continuavano gli errori del colonnello Bandini. E difatti un altro drappello di cavalleggeri di Saluzzo| comandato dal luogotenente Borromeo| diretto da Melfi a Venosa| il 26 luglio 1863| traversando la contrada Rendina di Melfi| in vicinanza della masseria Giuseppe
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